“…Quante volte nei ricordi mi ero già perso…”

Il titolo calza esattamente a pennello con la storia che sto per raccontare.

Piccola premessa: la citazione è la frase della canzone “PSYCO” scritta di recente dal cantautore Samuele Bersani, mio idolo che seguo da ben 25 anni.

Avevo 9 anni (Ora ne ho 34) quando ho sentito per la prima volta in radio “GIUDIZI UNIVERSALI” e la frase che mi ha subito colpita é stata “…potrei ma non voglio, fidarmi di te, io non ti conosco e in fondo non c’è in quello che dici, qualcosa che pensi, sei solo la copia di mille riassunti…” da allora sono stata attratta (non solo della sua persona) ma anche da questa canzone e dalla sua voce, così ho deciso di conoscere in maniera approfondita tutta la sua musica acquistando i suoi dischi e… il 10/02/2003 (data che ricordo perfettamente come se fosse ieri..) é stata la mia prima volta che l’ho incontrato al Palasport di Andria (Le foto lo possono testimoniare, la bambina che é accanto a lui, non sono io);

Precisamente ero fuori dalla porta del camerino, dove improvvisamente ho visto uscire un attimo Maurizio Viola (all’epoca era il suo Manager) e il cantautore Gino De Crescenzo (in arte “Pacifico”, Samuele doveva introdurlo durante il suo concerto presentandolo con la canzone “Fine Fine” ), cinque minuti dopo é uscito lui che, guardandomi negli occhi, con tono deciso mentre accenna un sorriso, mi ha chiesto “Tu mi hai scritto?” .. dalla forte emozione non sono riuscita neanche a rispondergli “si” o forse a malapena gli ho detto “ho ricamato x te un segnalibro a punto-croce, te l’ho spedito”.

Un ragazzo gli ha stretto la mano e la bambina della foto, invece, ha voluto il tuo l’autografo.

Ricordo molto bene l’inizio: É sceso dal palco immerso nel buio, salutando calorosamente il pubblico “Buonasera a tutti!” con in mano una cubica candela che diffondeva una luce più o meno fuxia.. (memoria fotografica);

ovviamente la sottoscritta é stata così impaziente di volerlo vedere sul palco che non si é nemmeno accorta di essere proprio accanto a lui, in piedi… poi sei partito con il bellissimo brano: “Isola” .

Che dire? Dopo l’aneddoto descritto, l’occasione è giusta per dire:”Quante volte nei ricordi mi ero già perso… ma così, mai prima…”

Psyco – Samuele Bersani

A cura di Marianna Mazzone

Giancarlo Caselli

Terlizzi 11/09/17 – Chiostro delle Clarisse.

Lui si è auto-definito “Rompipalle”, ma per me GIANCARLO CASELLI resta sempre il Magistrato più Simpatico e Tecnico, dagli interventi interessanti, dalle Metafore e parallelismi fantastici: grandissima capacità di spaziare da un argomento ostico come LA CORRUZIONE (introdotto in occasione del suo incontro, avvenuto tempo fa, con il giudice anti-mafia NINO DI MATTEO) fino a giungere alla panacea di tutti i mali che si espande a macchia d’olio su quasi tutto il mondo: LA MAFIA; La precisione che ha usato per spiegare gli articoli sull’ordinamento penitenziario (41bis) e sull’associazione di stampo mafioso anche straniere (416 bis del codice penale).

Che dire? Sfidando la pioggia di quel giorno, Ne è valsa davvero la pena vedere un Magistrato di classe…

Fonte foto:

http://www.festivalperlalegalita.it

Ricordi…

…Ogni tanto sei invasa da quei momenti in cui:

Vorresti tornare indietro per poter parlare con persone che di te hanno un buon concetto, fiducia e rispetto;

Vorresti essere esattamente in quel posto dove hai scambiato 4 chiacchiere con il tuo cantante preferito in occasione del suo concerto;

Vorresti ri affrontare un esame (quello più bello, che ti ha particolarmente colpito) ed essere soddisfatta del risultato ottenuto…

Tornare indietro… per assistere e rivivere quel momento in cui ti è stato presentato chi ti ha raccontato la vita di terze persone, in quell’incontro importante (Giovanni Impastato);

Tornare indietro per ripetere l’esperienza di un viaggio a Palermo dove: hai avuto la possibilità di vedere per la prima volta ciò che nn avevi visto e sentito prima in delle cerimonie e manifestazioni, hai conosciuto chi condivide con te la stessa passione per la tematica antimafia;

…E il ricordo che hai di quell’ esperienza vissuta, ti ha spinto a costruire un video riassuntivo sulle tappe di Palermo e rivederlo ti fa sempre piacere…

Qui il video: Palermo project by me

A Cura di Marianna Mazzone

…Qualcosa è cambiato…

Qualcosa è cambiato da quel lontano 2015…

Fino a qualche tempo fa, non conoscevo nei minimi particolari i meccanismi della mafia… Tutto è cominciato da un incontro con Giovanni Impastato (il 15 maggio 2015 presso la facoltà di Scienze Politiche di Bari) che ha raccontato la storia di suo fratello Peppino, davanti a tutti noi studenti, non solo: ha descritto per filo e per segno come ha conosciuto due grandi magistrati come Falcone e Borsellino, delineando i rispettivi caratteri… passando poi per spiegare cosa fosse l’AGENDA ROSSA e la relativa funzione: un diario personale dove PAOLO BORSELLINO scriveva quello che gli accadeva giorno per giorno.. poi dopo la sua morte, dell’agenda non c’era più nessuna traccia…

Spinta dall’emozione e dalla curiosità, inizio a seguire il percorso “antimafia”, (entrando nell’associazione) e scopro di essere attratta da articoli, Notizie, servizi giornalistici, video che vertono sul fenomeno mafioso.. da li sboccia la mia vera passione.. fin quando un giorno mi è stato chiesto di venire a Palermo in occasione dell’anniversario della morte di Borsellino.. e così decisi di andare.. L’ esperienza è stata per me ottima, per poter entrare nel vivo della storia ascoltando interviste ai familiari delle vittime, incontrare e sentire altre testimonianze in un luogo storico come Via D’amelio, dove hanno allestito un grande palco e ospitato colleghi di uomini della scorta, attori comici come Ficarra e Picone che hanno evidenziato il parallelismo tra mafia e stato, piccola orchestra di ragazzi ha suonato l’Inno di Mameli e ragazze che hanno cantato “Pensa” di Fabrizio Moro, “Chi me l’ha fatto fare” dei Dinastia e altre canzoni riguardanti il Tema.

Emozionante anche la conoscenza di giornalisti al convegno di Villa Trabia e altre persone provenienti da Bari e provincia e altre regioni di Italia che mi hanno fatto sentire accolta anche semplicemente chiacchierando assieme, tra una risata e l’altra, consigli, kilometriche passeggiate per arrivare al castello e scambi di informazioni… CHE DIRE? CHE BELLO!

La nostalgia di PALERMO c’è sempre..

IO C’ERO

“IO C’ERO! Io c’ero alla manifestazione del 9 aprile scorso davanti alla sede della Rai di Bari, per contestare la puntata di “Porta a Porta” nella quale era ospite il figlio di Totò Riina, su Rai uno in seconda serata.

Il fine della protesta era quello di chiedere in primis, le dimissioni dello storico conduttore e giornalista rai Bruno Vespa, ma anche di dare testimonianza di un segnale forte, ovvero che i cittadini per bene reputano inaccettabile che si possa dar voce al figlio del “capo dei capi” quello (non da solo si intende) che si fece promotore dell’anti-Stato, di una forza parallela e avversa che camminava (e cammina ancora oggi) accanto allo Stato, corrodendo i tessuti sani della nostra società.

Dov’é il problema?

Non nella scelta giornalistica dell’intervista, che, avrebbe potuto anche essere “tollerata” (sebbene non condivisa) in un paese, quale il nostro, a vocazione fortemente democratica, ma nel quale, soprattutto negli ultimi tempi, si registra la triste tendenza a dare voce (immeritatamente) più al carnefice che alla vittima (come dimostrano i numerosi talk – show sui casi di cronaca nera).

Quello che indigna è il silenzio di Riina Junior sui tanti anni di stragi e sulle morti innocenti causate dalla mafia, nonché la sua mancata presa di distanza dai crimini commessi dagli affiliati.

Quello che indigna è anche e soprattutto il silenzio di Vespa, di un giornalista al servizio di noi tutti, che se proprio avesse voluto dare spazio ad una propria “fantasia” giornalistica, avrebbe quantomeno avuto l’obbligo e il dovere verso la collettività civile di smuovere la coscienza del suo interlocutore.

Alle affermazioni che decantavano le doti umane del “noto” genitore si poteva semplicemente fare notare che ad altri genitori è stato precluso di crescere i propri figli e ad altri figli sono state negate le tenerezze dei propri padri.”

Marianna Mazzone

Articolo pubblicato il 18/04/16 sul sito:

http://www.radiosaiuz.it/blog/index.php?category=Dagli+Ascoltatori

Video relativo: https://youtu.be/SXcx36JEJaE

La corruzione in Italia: “reato a cifra nera elevata”

L’ex pm di Mani pulite: “Il centro-destra ha condotto così male le indagini da non funzionare e il centro sinistra le ha fatte mirate a metterci in ginocchia genuflesse”.

Fermezza, disponibilità, sensibilità e un pizzico di ironia sono le qualità cucite sulla veste del magistrato Piercamillo Davigo che ha aperto il secondo appuntamento della VII edizione del Festival della Legalità di Terlizzi svoltosi presso il Chiostro Delle Clarisse al centro esatto di Piazza Cavour.

Affiancato e intervistato dal Presidente dell’Ordine dei giornalisti della Puglia, Piero Ricci, con un botta e risposta concentrato maggiormente sui temi della corruzione, che il magistrato definisce come “reato a cifra nera elevata”, disciplinato dal codice penale, agli articoli 318 – 322. Per “cifra nera”, spiega Davigo, deve intendersi “la differenza tra i delitti commessi (dai pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione) e quelli denunciati”; nel senso che è ancora molto basso il tasso di denuncia.

A proposito delle indagini, poi, la tesi sostenuta dall’ex pm del pool mani pulite, si basa sulla difficoltà dei vari governi sia di centro-destra che di centro-sinistra di portare a compimento l’investigazione: “Il centro-destra ha condotto così male le indagini da non funzionare e il centro sinistra le ha fatte mirate a metterci in ginocchia genuflesse”.

Riflettori puntati anche sulla figura dell’agente provocatore (quello che dovrebbe svolgere l’operazione sotto copertura) che, secondo il giudice Davigo, sarebbe indispensabile nel nostro ordinamento per fare uscire l’Italia dalla piaga della corruzione.

Altro oggetto di discussione è stato il basso tasso di legalità attualmente presente in un paese come l’Italia, patria dell’evasione fiscale e delle mafie esportate in tutto il mondo. La forte carenza della certezza della pena indurrebbe un gran numero di individui a delinquere.

Una pioggia finale di applausi, da tutta la platea, ha infine accompagnato il momento della consegna della targa commemorativa al pm, oltre a una foto di gruppo con lui, per concludere la serata.

A cura di Marianna Mazzone

Articolo pubblicato il 5 luglio 2018 anche sul sito web:

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3232:davigo-la-corruzione-in-italia-reato-a-cifra-nera-elevata&catid=15:attualita&Itemid=139